Il tempo vola e purtroppo ormai mancano pochi giorni alla fine dell’avventura norvegese. Molto meglio quindi darci dentro con la demenza per non lasciare nulla di intentato nel dimostrare il proprio quoziente intellettivo negativo. La colazione però ha le solite facce poco convinte, forse questa volta dovute per le brioche presenti sul tavolo pagate a peso d’oro…
Assaporato ogni grammo della preziosissima libagione, si parte in direzione Eidfjord. In prossimità della Låtefossen, quel burlone di Tomma convince Yobby ad abbassare il finestrino per riprendere il passaggio così vicino alla cascata: il risultato è la cascata che si fa largo in auto per scolare completamente Yobby che ne esce come colpita dalle onde del film “La tempesta perfetta”.
Gli insulti di Yobby a Tomma proseguiranno a lungo per tutto l’Hardangerfjord.
Il viaggio scorre veloce e pochissime cose riescono a rovinare il ritmo gara: una raccolta di fragoline a rischio della vita e soprattutto della macchian fotografica…
… e rimanere basiti di fronte alla genialità malata di una rotonda in piena galleria.
Arrivati ad Eidfjord, la fame ha il sopravvento su qualunque velleità turistica.
Meglio ancora se il panino viene consumato come un cane rognoso che non ha nessuna intenzione i mollare l’osso.
Solo in seguito quindi si può fare un giro per il paese.
Risaliti in auto, la strada per raggiungere la seconda sosta di oggi è a dir poco spiazzante, ancora peggio della rotonda in galleria: in questa zona i progettisti delle strade norvegesi devono aver avuto pesanti problemi di alcolismo.
Nonostante tutto, si raggiunge la cascata di Voringfossen, un doppio salto davvero notevole di oltre 300 metri.
Anche qui le stranezze progettuali non mancano, esplicitate in un ponte dalla forma vagamente inquietante.
Andando su e giù per il percorso delle cascate, si incontrano cartelli che perentoriamente intimano ai presenti di prendere precauzioni verso i bambini. Davide sembra non approvare in pieno la cosa.
Anche oggi, nonostante la latitudine norvegese e un’altezza di quasi 1000 metri, si schiatta dal caldo e Tomma deve assolutamente correre ai ripari, possibilmente facendosi venire un rallentamento mortale del sangue nelle proprie vene.
Rinfrescato il maledetto panzone, si riparte sfrecciando per la strada che percorre Hardangervidda, l’altopiano più vasto della Norvegia.
A quasi 1300 metri di altitudine, si cominciano a fare strani incontri, tanto cha chiedersi se non sia colpa della carenza di ossigeno ai cervelli già messi a durissima prova.
Anche il tempio dei cazzetti di pietra sembrerebbe una stranezza mica da poco, ma ormai ci si è abituati al livello di demenza di oggi.
La cavalcata termina a metà pomeriggio alla hytte di oggi di Geilo.
In un attimo la porta è aper…
Superata cira 45 usci, si raggiunge l’interno.
Il campeggio è davvero fornito ed offre diverse dotazioni da sfruttare senza pietà, come l’immancabile tappeto elastico…
… altalene per piccoli dementi obesi…
… e punti di osservazione per individuare la grande assente di questo viaggio: la renna.
Il giro al supermercato per comprare il vitale sostentamento per i tre porveri denutriti regala la possibilità di parcheggiare vicino al Toretto al femminile di zona.
Sulla via di ritorno al campeggio, si compie una tragedia per Tomma, incrociando il solito fighissimo campetto da calcio. La sosta è ovviamente d’obbligo, quanto ovvio è il destino del malcapitato Tomma che viene impallinato ad ogni dove.
La preparazione della cena in campeggio è decisamente movimentata, andando ad affumicare mezzo campeggio.
Nonostante il rischio di venire giustiziati da una mandria di campeggiatore imbufaliti, la cena alla brace è servita e si chiude un’altra giornata.
Da: | Skare |
A: | Geilo |
Km parziali: | 195 |
Km totali: | 2422 |
Posti: | Vøringfossen |
Notte: | Øen Turistsenter Cottages |
Temperatura: | min 17 max 23 |
Meteo: | Sereno |
Note: |