Da: | Chang Khong |
A: | ChiangRai |
Km parziali: | 174 |
Km totali: | 1261 (in auto in Thailandia) |
Posti: | Triangolo d’oro, Tempio Bianco, Wat Phra Kaeo, Casa Nera |
Notte: | Kaeo Fa Sai Resort |
Temperatura: | min 18 max 22 |
Meteo: | Nuvoloso, pioggia |
Note: |
Dopo la giornata uggiosa e meteorologicamente poco fortunata di ieri, il risveglio di oggi porta di nuovo molte nuvole, ma almeno non piove… per ora!
Prima di innervosirsi ulteriormente guardando in alto il cielo, è meglio andare a fare colazione e vuotare completamente la dispensa del resort. Le facce soddisfatte soprattutto di Yobby e Tomma lasciano solamente immaginare lontanamente quanto il loro interno sia molto più vicino ad un cestino di windows che uno stomaco umano.
Fatto il ruttino e finiti i preparativi, si parte per quella che dovrebbe essere la tappa più corta del tour del Nord della Thailandia. Tappa che ben presto di trasforma in una prova di slalom speciale, dato che Tomma deve esibirsi in zig zag continui per evitare le migliaia di maledettissimi cani presenti sulla carreggiata. Fosse stato in Cina, li avrebbe investiti tutti e rivenduti al mercato rionale, facendosi anche 2 soldi.
Dopo un’oretta di strada di arriva al famoso Triangolo d’oro che, nonostante le premesse di bidone turistico, alla fine non è per niente dispiaciuto!
Non può mancare neppure la solita orda di persone orientali che fanno a botte per fare una foto insieme a Daddy, vera attrazione in ogni posto.
Ovviamente, dopo la foto, Daddy assesta agli audaci che si mettono in posa con lui sapienti calci negli stinchi alla Pasquale Bruno. Tanta fatica social merita un contentino goloso… possibilmente multicolor!
Tomma e Yobby invece non si lasciano scappare l’imperdibile occasione di prendere un cappuccino degno dei migliori bar italiani… tanto da rasentare la commozione dopo tante acque sporche!
La commozione per Tomma dura davvero pochissimo, tempo di fare un vero fatal error e distrarsi guardando altrove. In un baleno il cappuccino è fottuto!
Ricaricati di caffeina al punto giusto (Tomma prenderà infatti un cappuccino in totale solitudine), si riparte per Chiang Rai e il suo Tempio Bianco, una vera meraviglia partorita da un vero e proprio malato di mente degno di nota.
Daddy come al solito è attratto dai piranha che solitamente popolano gli stagni thailandesi e cerca in tutti i modi di farsi azzannare qualche falange, salvo poi prendere a pietrate i malcapitati pesci e terminarli uno per uno.
Il luogo è di una semplicità ed una modestia imbarazzante: i cessi sono l’emblema della sfrontatezza ostentata con cui si è eretto da poco questo complesso. Per rendere onore in modo appropriato a cotanta opulenza, Tomma decide di andare alla toilette più e più volte, facendola sempre e rigorosamente fuori per spregio.
Nonostante l’ingresso al tempio sia leggermente inquietante…
… piccolissimi animaletti aiutano a ritrovare l’allegria necessaria!
Anche l’interno del tempio è un delirio icnografico cui anche uno spostato cerebrale come Tomma non riesce davvero a stare dietro.
Molto meglio allora uscire di nuovo all’aperto e socializzare con il brillante personale del posto.
Resosi sufficientemente stupidi, si può andare finalmente a mangiare.
Qui da queste parti il thailandese medio non capisce una beneamata mazza di inglese e la comunicazione diventa a tratti difficoltosissima. Ne è d’esempio il tentativo di Tomma di ordinare due piatti ad una cameriera che si sente smarrita come quel rimbambito di Pollicino. Una volta corsa in aiuto la seconda cameriera, dopo cenni di intesa, invece di portare 2 piatti distinti, ne porta uno unico, gran mescolone dei 2 che si volevano ordinare. Mestamente Tomma ingoia tutto tipo pellicano e si può ripartire per completare il giro di Chiang Rai, dapprima il tempio del buddha di smeraldo…
… e poi la Casa Nera, costruita come controaltare del Tempio Bianco, dove con grande cortesia con l’ingresso regalano delle stampe che riproducono i dipinti di un tipo che assomigli in moso inquietante a Mago Merlino.
Se il Tempio Bianco appare come una realizzazione delirante, la Casa Nera rappresenta la quinta essenza della tamarraggine fine a se stessa. Ne sono si esempio gli splendidi interni, addobbati con meravigliose tovaglie di pelle di coccodrillo.
La giornata scivola via così velocemente ed è già ora di dirigersi verso la sistemazione della notte. Questa volta il posto è difficilmente raggiungibile e completamente senza indicazioni. Dopo attimi di sconforto per essere finiti nel giardino di gente intenta, ovviamente, a grigliare (in Thailandia grigliano tutti per tutto il giorno), grazie al navigatore si riesce a trovare il posto giusto.
Anche il personale del resort corre a fare le feste ai nuovi arrivati!
Anche oggi la struttura è dotata di una dannatissima piscina: per non fare la fine di ieri, lacrimanti sotto la pioggia a fissare l’acqua immaginandosi il bagno che sarebbe potuto essere, i più giovani del gruppo immolano le proprie bronchiti sull’altare della gloria personale, pucciandosi in acqua mentre cala la notte e fa decisamente freddino!
Terminata l’avventura in acqua, si può ordinare la cena per consumarla all’aperto sulla veranda della propria casetta indipendente a vista prato e risaie. Ovviamente il tutto per trasformare più semplicemente la bronchite in broncopolmonite.
Manco a dirlo, le quantità ordinate sarebbero più consone ad un reggimento di soldati da rifocillare dopo 48 ore ininterrotte di marcia in alta montagna. Con sprezzo del proprio sistema gastro-intestinale, si consuma tutto e si rotola dentro le proprie stanze per decedere durante la difficilissima digestione. Proprio quando la giornata sembrava non poter regalare più nessun sussulto, ecco presentarsi alla porta uno dei gestori del posto che con estrema gentilezza porta in dono 4 lanterne cinesi. Dopo le spiegazioni di rito, un conciliabolo tra la manovalanza addetta all’accensione delle lanterne, sembra inizialmente non far presagire nulla di buono.
Ma lo sguardo del mentecatto tradisce una sicurezza cui il resto del gruppo non da affidamento alcuno.
Gente di poca fede, ebbene si… la missione si è conclusa con un grandissimo successo!
Si può andare a dormire sereni e contenti, certi che le proprie lanterne abbiano compiuto fino a fondo il proprio dovere… incendiando tutte le zone boschive dell’Indocina intera.