Da: | Phayao |
A: | Chang Khong |
Km parziali: | 249 |
Km totali: | 1087 (in auto in Thailandia) |
Posti: | Phu Sang Waterfall, Phu Chi Fa |
Notte: | Rai Phuchat |
Temperatura: | min 14 max 22 |
Meteo: | Molto nuvoloso, pioggia |
Note: |
La giornata di oggi prevede tortuose strade di montagna da percorrere e una sistemazione per la sera da raggiungere non troppo tardi quindi, per prevenire l’estrema lentezza dovuta ai bradipi Gaia e Daddy, si anticipa la sveglia ancora di più rispetto agli altri giorni. Dopo aver svegliato a cannonate i suddetti soggetti poco cooperativi, si può andare a fare colazione. Rigorosamente in Thai style con wurstel, omelette, insalata, prosciutto, frutta, toast, marmellata, succo e caffè!
Si affronta quindi il primo pasto della giornata con il dubbio se mai si sarebbe riusciti ad ingurgitare tutto quel ben di dio… ma in pochi minuti si ha la risposta. Un orda di bestie morte di fame non avrebbe potuto fare di peggio!
Si parte così da Phayao con una giornata che sinceramente non promette bene, soprattutto in vista del fatto che ci sarebbe da affrontare un bagno in acque termali e la scalata della cima Coppi di tutta la vacanza.
La strada verso ile cascate termali di Phu Sang non offrono molto spazio all’ottimismo: continua ad essere molto nuvoloso senza spiragli alcuni al bel tempo.
In poco più di un’ora si arriva alle cascate e come prevedibile nessun essere umano si è azzardato a buttarsi in acqua: la temperatura di 18°C infatti non è molto invitante!
Solo quel povero mentecatto di Tomma non si rassegna all’evidenza di non poter fare il bagno e cerca il punto migliore per fare un triplo carpiato rovesciato con avvitamento, ritornato a pallino con scappellamento a destra.
Incredibile a dirsi, ma non è Tomma ad apparire il più demente della situazione. Nonostante tutto l’impegno profuso, infatti è stato ampiamente superato da una totale psicolesa del sud est asiatico che coccolava, curava, pettinava, baciava e fotografava suo figlio in modo assolutamente ossessionante e compulsivo. Peccato solo che il “figlio”in questione fosse un bambolotto!
Delusione, sgomento e anche un po’ di ribrezzo per la scena appena vista, accompagnano il rientro di Daddy e soci in macchina, l’enorme compagna di viaggio che consuma più di un 747 e ha le prestazioni di una panda 900cc.
Il prossimo obiettivo di giornata è la scalata al Phu Chi Fa, montagna sul confine tra Thailandia e Laos. Sulla strada che si inerpica tortuosa, le premesse non sono le migliori.
Mentre il silenzio cala nell’auto per timore che Tomma sbarelli da un momento all’altro per il fastidio meteorologico, Daddy sfrutta l’occasione di una sosta forzata per cercare di socializzare con i bambini del posto.
Prima di risalire in auto si cerca di addolcire Tomma comprando delle fragole, che come un miraggio si presentano dalle nubi circostanti.
Salendo ancora ormai si è in mezzo alle nubi ma, contrariamente alle previsioni, l’unico a mentenere una totalmente immotivata fiducia pare essere proprio Tomma, che immortala con sagace lungimiranza un paesaggio totalmente immaginario. Il primo punto panoramico sul monte è una sconfitta totale.
Si arriva al parcheggio del Phu Chi Fa e la temperatura esterna è di 14°C… abbastanza bassa per far sembrare Tomma, un totale cretino una volta sceso dalla macchina in costume. Il freddo a cui non si è abituati in Thailandia suggerisce a Gaia, Yobby e Daddy di rimanere rinchiusi in macchina per mangiare gli unici alimenti trovati sul posto.
L’intrepido (nonché totalmente rimbambito) Tomma è l’unico a credere in un miracolo e decide di affrontare la passeggiata di 760 metri che conduce fino alla vetta del Phu Chi Fa.
La distanza è davvero ridotta ma il problema del percorso risulta essere la tremenda pendenza, simile ad una scalata verticale. Tomma, nonostante il blocco cardiaco in corso per la tremenda fatica, brucia sullo scatto tutta la mandria di persone sulla strada, per arrivare in solitaria e non avere menabelino sulla cima. Polverizzati tutti i record di ascesa, quasi in cima la vista potrebbe essere meravigliosa, ma d’altra parte un postulato è, per definizione: “Un principio indimostrato la cui validità si ammette a priori per evidenza o convenzione allo scopo di fornire la spiegazione di determinati fatti o di costruire una teoria”. Insomma non si scappa, un postulato è vero sempre e comunque ed il postulato di Tomma sui punti panoramici non lascia scampo, anche in Thailandia è destino di trovare un bel tempo di merda in un punto panoramico.
Ormai preda del trance agonistico, Tomma raggiunge in solitaria la cima al galoppo con la bava alla bocca come un cavallo da abbattere, dove si trova solamente un giardiniere (!!!) del parco. Proprio qui, quando già la nebbia e le nubi sembravano aver infastidito a sufficienza lo scalatore, ecco arrivare la pioggia.
Tomma, con estrema naturalezza apre la bocca e lascia che le parole fluiscano naturali, copiose e blasfeme in un modo che non lascia spazio a dubbio alcuno. Il comprensivo giardiniere guarda Tomma e ride di gusto.
Tracollato del tutto il meteo, Tomma comincia a far ritorno dal resto della famiglia anche se con la pioggia le pietre scivolose, l’erba scivolosa e il fango scivolose non migliorano di certo l’umore. A concentrazione per non cadere è resa tra l’altro difficoltosa da parte di tutte le persone che si incrociano in discesa: essendo le stesse superate senza pietà in salita, esse con ammirazione assoluta si prostrano a salutare in funereo Tomma al suo passaggio che per l’occasione mostra il suo lato migliore salutando come un papa sulla papa mobile. Ricongiunto infine al resto del gruppo, si merita anch’egli un buon pasto caldo.
Dopo tanto fastidio per la missione non andata esattamente come dai piani, si comincia la discesa, che appare già da subito molto più tortuosa della salita precedente.
Basta però un semplice snack a base di calamaro essiccato e pressato per ricaricare di allegria il gruppo.
C’è purtroppo chi non si può gustare questa leccornia e crolla miseramente in posizioni che in realtà poco si confanno alla sicurezza stradale, quantomeno quella italiana.
Si arriva a Chiang Khong e la pausa per una veloce spesa da l’occasione di importunare fotograficamente poveri giovani monaci appena usciti dalla scuola.
Il tempo risulta sempre piovoso e quindi si tira dritto verso la sistemazione di questa sera: un bellissimo resort con casette in legno individuali sulla riva del Mekong. La piscina inutilizzabile causa maltempo conduce tutto il gruppo ad alcolismo molesto.
La cena con quantità e qualità davvero smisurate di cibo è consumata insieme ai 2 proprietari del posto, ossia padre e figlio australiani. Mentre Yobby é intenta a farsi torturare da Daddy e non capire una beneamata mazza dei discorsi fatti in lingua anglosassone, Tomma si esibisce in forbitissimi dialoghi con il padre proprietario, esaurendo più volte il repertorio di vocaboli a propria conoscenza. Gaia invece viene giustamente lasciata alla mercè del figlio proprietario che risulta anche essere un insegnante di inglese che si immola per la causa di cercare di insegnare qualcosa alla cappelluta quattordicenne poco incline alle lingue straniere (per non dire di peggio!)
Impegnata in corsi di recupero intensivi di lingua inglese, di Gaia se ne perderanno le tracce definitivamente, probabilmente per anni. Tomma, Yobby e Daddy, facendosene una ragione, tornano allegramente in stanza per il meritato riposo!