Kilometraggio splendente

Da: Höfn
A: Reyšarfjöršur
Km parziali: 489
Km totali: 1513
Posti: Lónsöræfi
Breiðdalsvík
Stöðvarfjörður
Neskaupstadur
Mjóifjörður
Notte: Ostello HI Reyšarfjöršur
Temperatura: 9 – 16
Meteo: Sereno
Note: Pelata di Tomma in escandescenza

La giornata di oggi è la prima delle due dedicate ai fiordi orientali e si deve cercare di macinare più kilometri possibile, per riuscire ad avere più tempo per le tappe successive che potrebbero risultare più impegnative. Quindi, per prima cosa bisogna incamerare una buona riserva di energia a colazione…

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Mentre Tomma si da alla solita colazione modesta, madre e figlia sbancano i rifornimenti alimentari della guesthouse. Nel dettaglio, si può notare il meraviglioso panino di Yobby con qualunque tipo di alimento.

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Il meteo oggi sorride fin dal mattino: un sole caldo bacia la pelata del pilota pronto a partire!

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Dopo neanche 10 km di strada, Gaia avvista un nuovo elemento del bestiario di viaggio. Yobby va in trip e si butta fuori dalla macchina ancora in corsa ripentendo in modo sconnesso “Renna! Renna! Renna! Renna! Renna! Renna! Renna! Renna! Renna! Renna!”

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Con grande soddisfazione, si riesce a cogliere l’animale in un momento fondamentale del suo ciclo digestivo.

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Non soddisfatta dell’esemplare a 4 zampe appena ritratto, Yobby si attrezza a vedetta per avvistare qualche altro elemento della fauna più di suo gradimento.

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Questa volta Yobby viene soddisfatta da un bel gruppo di grossi uccelloni. Tomma non sa più cosa pensare.

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Il tratto di costa che si percorre in mattinata regala sia scorci fantastici sia problemi permanenti all’epiglottide al momento di pronunciarne il nome.

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I minuscoli paesi presenti regalano anche perle davvero imperdibile per un viaggiatore che arriva dall’altra parte dell’europa.

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Seguire la costa implica anche il primo sterrato della giornata.

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Questo tratto di strada non presenta particolari difficoltà, se non l’attacco di 2 bestie davvero feroci che bloccano la strada per azzannare i malcapitati.

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Yobby cerca di difendersi al meglio, ma il più feroce canide le salta alla giugulare.

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Dopo una dura lotta per liberarsi dei due nuovi amici ed un addio straziante, arriva il momento di mangiare.

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Il relax è più totale.

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Almeno finche capitan Tomma non richiama all’ordine il resto della truppa per riprendere il viaggio. Dopo poco però la stessa truppa effettua un colpo di stato per fermarsi a completare una volta per tutte la questione cibo. Gaia decide di prendere un gelatino modello torre di Pisa, che le durerà almeno per tutta la vacanza.

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Il primo fiordo di giornata regala il passo più alto d’islanda (632 m, quasi meglio dello Stelvio…) e soprattutto un inquietante galleria lunga quasi 1 km a senso unico, buia e totalmente senza alcun controllo del traffico. Solo il gran culo permette di raggiungere Neskaupstadur senza frontali.

17C’è anche il tempo di fare due tiri per una vecchia gloria calcistica come Tomma.

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Tornati a Reyšarfjöršur, si invade la stanza dell’ostello previsto per passare la nottata. Anche questo è un vero spettacolo e Gaia apprezza infinitamente.

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Alle 17 visto il tempo e la luce ancora commoventi, si prende la decisione di anticipare ad oggi il fiordo di Mjóifjörður. Si parte quindi per una gita di fine pomeriggio di 150 km, di cui più di 100 su sterrato. L’impresa sembra ardua e soprattutto degna di tre dementi come Tomma, Yobby e Gaia. L’umore è però alto e ci si può anche abbandonare ad attività ludiche tipicamente estive.

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La discesa al fiordo è affrontata da Tomma con fare tipicamente rallystico, ma per fortuna Yobby riesce ad immortalare qualche panorama dal finestrino.

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All’inizio del fiordo si avvistano i resti della Costa Concordia…

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La pausa permette a Gaia di perfezionare le proprie doti calcistiche, ma purtroppo i movimenti ricordano più un omino di plastica del subbuteo colpito con una baciccola che quelli di un essere umano.

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I restanti 20 km che restano da percorrere per arrivare al faro sono uno sterrato che mettono a dura prova la tenuta della coppa dell’olio della macchina e soprattutto l’estrema facilità di nominare invano il nome del signore di Tomma, che di certo non le manda a dire. Lungo la stretta striscia di terra sconnessa, si trovano solo antichi dipinti rupestri atti a distrarre il guidatore.

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Il raggiungimento del faro è una mezza delusione: trovare impalcature e trabatelli anche in un posto alla fine dell’universo è una amara tristezza.

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I proprietari del faro provano a rinchiudere i tre malcapitati per avere compagnia in un posto così isolato, ma Tomma, con la sua incredibile sagacia, riesce a trovare il modo di evadere.

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Prima di abbandonare il fiordo, la discarica locale mostra in modo molto istruttivo dove deve essere gettato il proprio trattore una volta da cestinare.

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Il ritorno verso l’ostello ricorda più una qualifica da gran premio che una scampagnata in una strada assurda e accidentata. E’ infatti Gaia che, colpita dal suo solito verme solitario, pungola con strumenti di tortura vari Tomma per fare prima possibile. Unica meritata sosta, il momento del ritorno su una superficie più consona alla povera macchina affittata, peraltro non assicurata per danni fatti su sterrato.

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Per fortuna si occupa la cucina prima dell’arrivo di 13 molesti italiani che turbano la quiete del posto.

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Dopo cena, non resta altro che affondare i propri cucchiaini nello skyr, dopo un astinenza di 2 giorni che rischiava già di avere gravi conseguenze sull’intelletto già deteriorato di Tomma e Yobby.

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