Il pantaloncino che non ti aspetti

Da: Vagnsstaðir
A: Höfn
Km parziali: 111
Km totali: 1023
Posti: Jökulsárlón
Höfn
Notte: Guesthouse Hvammur
Temperatura: 9 – 13
Meteo: Nubi sparse – Variabile
Note:

Oggi incredibilmente sarebbe permesso di dormire un po’ di più, visto che la giornata è da affrontare senza fretta alcuna. Nonostante questo, alle 8 sono tutti già scattati alla cucine dell’ostello come una finale olimpica dei 100 metri.

01

Dopo essersi ingozzati come loro solito, si parte per trascorrere la giornata alla laguna di Jökulsárlón. Il cielo è coperto con qualche sprazzo di azzurro. Non sarà come il giorno prima, ma non ci si può lamentare nemmeno per scherzo! Nella quiete del territorio islandese, il solito, molesto ed ormai inevitabile urlo squarcia la tranquillità della regione: “Pecoroneeeeeeee!”. Tomma, rassegnato a trascorrere tutto il viaggio in questo modo, inchioda la macchina.

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Distraendo Yobby dalle migliaia di bestie presenti a bordo strada, si riesce infine a raggiungere la laguna.

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Anche la spiaggia oggi regala degli spunti interessanti, Yobby infatti ne approfitta per ripassare un po’ le lezioni di moto.

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Alla vista di un mezzo dall’apparenza totalmente demente, Tomma, Yobby e Gaia non riescono a resistere e ci balzano immediatamente sopra per verificarne il reale galleggiamento.

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Nel dubbio, si viene dotati di un comodissimo giubbino salvagente. L’ottimismo sulla tenuta del mezzo anfibio regna sovrano…

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Una volta entrati in acqua, il trabiccolo sembra tenere… anche se qualcuno ha espressioni vagamente dubbiose.

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Durante il giro viene anche servito da assaggiare un po’ di ghiaccio che le guide millantano come vecchio di più di 1000 anni. Gaia alla parola “assaggiare” non se lo fa ripetere due volte e coglie l’occasione per ingurgitare un iceberg intero.

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Tornati sulla terra ferma, i tre si buttano come invasati sulla zuppa islandese di scampi, accompagnata da una ventina di panini imburrati a testa.

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La tavola calda è costretta a chiudere in disgrazia per mancanza di cibo.

Rinfrancati da tanta grazia di dio, per Yobby arriva il momento di cercare con bramosia il suo desiderio più intimo.

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La ricompensa è un uccello sempre diverso.

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Gaia, totalmente disinteressata dalle attività della madre, si gode un comodo e meritato riposo, conservando al meglio le sue chiappe.

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Tomma, dal canto suo, mostra a tutti i turisti presenti sul sito la propria lungimirante intelligenza.

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Finite le proprie attività ludiche, Tomma e Gaia vanno alla ricerca di Yobby che nel frattempo si era allontanata. Per ritrovarla, basta acuire l’udito per sentire raffiche incontrollate di scatti ed una voce preoccupantemente psicolabile… “Foca! Foca! Foca! Foca! Foca! Foca! Foca! Foca! Foca!”

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Una volta trascinata via Yobby con la forza, a malincuore arriva il momento di salutare la bellissima laguna di iceberg, per dirigersi alla volta di Höfn, punto di arrivo di oggi. Lungo la via, Tomma decide di testare la reale morbidezza del tanto cantato muschio islandese.

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Yobby ne approfitta invece per dare lavoro al dentista veterinario, ingolfando di zuccherini un povero cavallo ignaro, che in seguito lamenterà anche problemi di diabete.

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Ancora prima delle 17 si raggiunge la guesthouse di Höfn e qualcuno appare non molto contento della totale mancanza di fauna in paese.

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Per sfruttare ancora qualche momento del pomeriggio, si fa una passeggiata. Per cogliere tutta la bellezza della natura si gioca con i soffioni…

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e con il cotone artico

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al quale Tomma da una propria interpretazione di utilizzo.

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E’ quasi ora di cena e bisogna assolutamente cercare di avvistare un porto sicuro dove riempire i voraci stomaci dei tre viandanti.

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Immediatamente si individua il locale da saccheggiare con cena a base di pesce.

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Così, con una leggera pioggerellina battente, si ritorna in stanza per una bella doccia e per prepararsi al collasso. Una volta preparati per un po’ di relax serale… ecco spuntare dal nulla la luce del tramonto, una vera manna dal cielo! Tomma senza indugio si catapulta fuori con un abbigliamento a dir poco deprecabile, vista la temperatura. Il pantaloncino corto viene acclamato anche dal pubblico locale che gira imbacuccato.

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Pare però ne valga la pena…

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Una volta riportato con la forza in stanza il fotografo alienato, la giornata volge veramente al termine.

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