Da: | Keflavik |
A: | Árnes |
Km parziali: | 266 |
Km totali: | 388 |
Posti: | Þingvellir Kerid Geysir Gullfoss |
Notte: | Ostello HI Árnes |
Temperatura: | 8 – 12 |
Meteo: | Pioggia – Nuvoloso |
Note: | Un piacevole venticello tipo bora |
Dopo una la scorsa giornata passata come warm up trotterellando per Reykjavik e dintorni, oggi finalmente si comincia a macinare chilometri come si deve. E, vista l’occasione, perché non cominciare con una bella giornata di caldo e sole?
Dopo il risveglio, basta una timida occhiata fuori dalla finestra per spezzare il sogno di una bella giornata e per far scattare Tomma in un mare di vituperi: ovviamente piove. Per nulla scoraggiati, di buon ora Gaia si prodiga a prepara la colazione alla truppa.
Intanto Yobby si occupa di una prestigiosa e fondamentale attività: fregare il materiale necessario per il pranzo odierno!
Sotto un’acqua incessante, si raggiunge la prima tappa della giornata, ossia il parco di Þingvellir.
Nonostante la pioggia, il morale e soprattutto la stupidità sono alti.
Dopo un bell’intruglione similcaffé pagato con carta di credito al distributore automatico, si riparte per l’itinerario previsto. Seguire le indicazioni leggibilissime del navigatore, talvolta risulta problematico.
Tomma comunque alla guida non si abbatte e conduce tutti alla tappa successiva, ossia Kerið, un cratere collassato. Il forte vento che rende la pioggia praticamente orizzontale fa diventare un calvario fare una qualsiasi foto… e di conseguenza fa inneggiare Tomma alla propria cristianità!
Senza neanche precisarlo, il tempo continua ad essere una merda e la pioggia obbliga ad un pranzo lucugliano al chiuso.
Il segnale di fine pranzo (mega rutto galattico di un componente anonimo del trio) arriva rumoroso e si riparte… ed il tempo resta una festa.
“Cavalli! Cavalli! Cavaaaalliiiiii!”
È con questo urlo fortissimo sparate direttamente nelle orecchie di Tomma che Yobby intima delicatamente a Tomma di fermare la macchina per immortalare la prima vera fauna locale a portata di obiettivo. Non si può non socializzare prestando la propria spalla alla pulizia dentale del cavallino bisognoso di affetto.
Intanto anche Gaia viene risucchiata nel gorgo di demenza della madre, premurando si così di imboccare il cavallo goloso di turno.
Nel frattempo della sosta equina, miracolosamente smette di piovere. Tomma, pur di sfruttare il momento, per incentivare le due donne a salire in macchina, riduce i cavalli in sfilaccini. In men che non si dica, si raggiunge Geysir.
Tomma viene trascinato via dalla zona prima di tentare una versione alternativa e secondo lui migliorata del bidet…
Dopo tanto viaggiare arriva il momento di una bella merenda per rinfocillarsi un po’. Gaia decide per un salutare succo di frutta.
Yobby, dal canto suo, opta per una bibita ignota e sospetta che rischia di causare quantomeno una botta di dissenteria tipo Geyser…
L’ultima tappa di oggi é Gullfoss, che si narra essere meravigliosa in una giornata di sole, regalando un arcobaleno indimenticabile… non proprio le condizioni incontrate oggi.
La stanchezza si comincia a sentire e sua maestà riesce a trovare un trono consono alla sua regalità!
La lungimiranza di Yobby alla partenza ha portato a fare a meno del cappello, additando lo come capo inutile, salvo poi cambiare idea al vento gelido dell’Islanda. L’ovvio risultato é stato il furto sistematico della stessa ignobile approfittatrice del cappello di Tomma, costretto finora a congelarsi la crapa, per di più nuda di difese naturali. È così che qui a Gullfoss Yobby viene obbligata con la forza a perfezionare il proprio vestiario con un acquisto mirato alla salvaguardia della pelata del proprio autista.
È pomeriggio inoltrato ed arriva il momento di puntare diritti verso l’ostello di Arnes, che un facile cartello, riportante tutta la viabilità della nazione, indica alla perfezione!
Cotanta precisione, non poteva che portare a perdersi nel nulla…
Nonostante tutto, la propria stanza é conquistata!!
Antecedendo lo stomaco al richiamo di una piscina di acqua calda a fianco dell’ostello, i tre affamati svaligiano un minimarket e monopolizzano in men che non si dica la cucina dell’ostello.
La cena é servita.
Notare nella foto il pan carbone, antica ricetta ancestrale islandese e rivisitata per l’occasione e l’espressione di Yobby intenta ad azzannare un würstel, ormai totalmente plagiata dalla visita del museo del giorno prima.
Arriva anche il momento dell Skyr quotidiano (di latte normale, di grazia!) mentre la piccola del gruppo viene obbligata con la forza a svolgere le pulizie di casa.
Verso le 23 finalmente arriva una timida notte islandese e fuori il tempo non è ancora dei migliori, mentre una losca figura si aggira per la sala comune… é Tomma che con sguardo torvo fissa il buio attraverso la finestra.