Suonata la sveglia, il primo pensiero dei panzoni in missione Copenhagen è ovviamente quello di correre a mangiare non solo le proprie derrate alimentari, ma anche quello della sezione “free food” dell’ostello, depredando infatti ogni tipo di alimento presente.
Terminato il vergognoso scempio, si può prendere i mezzi per andare verso il centro città.
La prima tappa di giornata è nientepopodimeno che la Sirenetta, il simbolo della città di Copenhagen.
Già la povera statua è piazzata in zona porto con vista su inceneritore e industrie pesanti ma, per peggiorare orribilmente la situazione che di per se non è propriamente idilliaca, si aggiunge anche un’orda di nippo-crocieristi, il non plus ultra di molestia e demenza senile precoce.
Superati i nippominchioni, si può continuare il giro della zona Nord della città.
Si arriva così alla “Chiesa di Marmo”…
… dove finalmente Tomma può dare sfoggio di tutta la sua religiosità repressa.
Una volta trascinato fuori il mentecatto prima di fare qualunque cosa totalmente fuori luogo, ci si si decide di andare a prendere il traghetto bus, solamente per avere il gusto di prendere tutti i mezzi pubblici possibili e giustificare ancora di più il costoso abbonamento acquistato.
Purtroppo però ci si rende conto di essere in ritardo e si decide di involarsi come novelli Usain Bolt bianchi, rischiando il tracollo fisico e di finire direttamente nel mar Baltico.
Nonostante la penosa prestazione fisica, la bargnarola è conquistata e mentre c’è chi è felicissimo per un giro in barca…
… c’è chi rigurgita semplicemente al sentire la parola “barca” e non è particolarmente gioioso della situazione.
Il ritorno sulla terra ferma, senza tra l’altro svomitazzi particolari, presenta un venticello che da qualche problema nel riporre a posto la cartina.
Arrivati alla piazza del municipio, l’interesse socio-culturale si focalizza ovviamente verso il pranzo. Il momento di portare quanto ordinato al tavolo è un’operazione dannatamente a rischio, ma Gaia questa volta evita di spargere liquidi per tutto il locale e si siede trionfalmente al tavolo.
Prima di continuare il tour gastronomico (che poi in seguito diverrà gastro-intestinale), ci si avvicina a grandi falcate al posto più temuto da Tomma: il negozio di Build a Bear, dove il rischio di perdere qualche stipendio per comprare un simpatico orsetto + qualche economicissimo accessorio è quanto mento probabile.
Tomma a questo punto ingaggia una battaglia psicologica utilizzando tecniche imparate dai Navy Seals nei film di Steven Seagal ed alla fine incredibilmente ha la meglio, evitando il tanto temuto acquisto.
Si può festeggiare alla grande con wusteroni scandinavi di dimensioni imbarazzanti.
Il pomeriggio scorre veloce nella Stroget tra terrificanti negozi di souvenir e barili di caffè consumati per sopravvivere a cotanto impegno.
Giunti ormai al Nyhavn si conclude la scarpinata di oggi.
Tornati all’ostello si corre a provare i giochi nuovi…
… ed a provare tutte le attrezzature gioiose fornite dalla struttura.
L’ultima cena danese è servita così, utilizzando nuovamente alimenti barbaramente conquistati qua e la tra i possedimenti altrui.
Dopo cena il gruppo inizialmente si sfalda. Gaia fa perdere le tracce di se, mentre Daddy costringe Yobby ad andare in sala giochi. Porgendo candidamente la manina con libri scritti in ostrogoto, Daddy chiede a Yobby: “Me lo leggi mamma?”.
Tomma invece si invola nel parco vicino all’ostello per immortalare un inutile tramonto.
La giornata volge al termine, ma non prima di ritrovarsi tutti nella sala giochi per una violenta partita a calcetto.
Da: | Copenhagen (DK) |
A: | Copenhagen (DK) |
Km parziali: | 0 |
Km totali: | 1004 (DK) + 899 (FO) |
Posti: | Copenhagen |
(DK)Notte: | Danhostel Copenhagen Amager |
Temperatura: | min 18 max 21 |
Meteo: | Variabile |
Note: |