La spazzatura danese e isole delle pecore

Mesi fa, all’inizio dello studio delle vacanze estive, la famiglia aveva stabilito una direttiva ferrea per quelle di quest’anno: limitarsi semplicemente a girare la Danimarca, senza i soliti voli pindarici di Tomma verso Norvegia, Islanda, Lofoten, Svalbard o traversate polari con i cani da slitta. Tomma però, subdolo fino al midollo si riesce ad inventare una deviazione alle Far Oer, isole a putemburgo nel mezzo dell’oceano Atlantico settentrionale, ma pur sempre facenti parti del regno di Danimarca.

La regola è stata rispettata ed è proprio oggi il giorno del trasferimento alle Fær Øer, ossia letteralmente “le isole delle pecore”. A questo punto la gioia in Tomma dovrebbe scorrere come un fiume in piena… anche se così non sembrerebbe!

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Viene quindi il momento di lasciare il bellissimo campeggio base degli ultimi due giorni: una delle regole della struttura risulta quella di buttare tutta la spazzatura al momento di andare via. Sembrerebbe un’operazione semplice, ma purtroppo l’aver sottovalutato l’operazione causerà tremende ripercussioni.

In campeggio il bidone non si trova neppure sgommando a destra e sinistra con la macchina destando chiunque tra mille bestemmie danesi alle 7.30 del mattino. Al momento di darsi per vinti ed uscire dal campeggio prima di venire giustamente lapidati, si intravvedono finalmente i bidoni all’interno del campeggio. Tomma però perentoriamente stabilisce che si potrà gettare l’enorme sacco di spazzatura lungo la strada per l’aeroporto.

Peccato che i bidoni siano personali, ossia uno per casa. Ogni danese è quindi responsabile e profondamente affezionato al proprio bidone. Di bidoni “pubbblici” manco l’ombra ed in auto Tomma, Gaia, Yobby e Daddy cominciano a preoccuparsi, nonché a puzzare di rifiuti solidi urbani.

Colti dalla disperazione, dapprima si cerca di infilare un sacco della spazzatura grande come una discarica nella pattumiera del primo malcapitato trovato sulla strada…

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… e poi, appreso che la missione non si sarebbe mai conclusa positivamente, ci si ingegna a liberarsi dei rifiuti spargendoli in un cimitero di paese.

Terminate le scorribande a colpi di rumenta, si raggiunge l’aeroporto di Billund che assomiglia più ad una sala giochi che ad una aerostazione.

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Senza neppure accorgersene si parte con il volo Atlantic Airways in direzione Far Oer.

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Sull’aereo ognuno passa il tempo come meglio crede: Daddy si da ai giochi per bambini dell’aereo, mentre Tomma si fa una flebo di caffeina dietro l’altra, cominciando a perdere il controllo del sistema nervoso.

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Già dall’aereo poco prima dell’atterraggio, le isole appaiono davvero meravigliose.

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Dopo 2 ore di volo, le Far Oer sono finalmente conquistate.

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Nell’attesa del ritiro delle valigie è pur sempre di grande intelligenza mangiarsi un panino sul carrello per i bagagli.

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La macchina a noleggio prenotata da Tommasi trova bellamente nel parcheggio dell’aeroporto con le portiere aperte e le chiavi all’interno del cassetto… cose orribilmente impensabili in Italia dove ruberebbero la macchina in 5 minuti.

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Le “isole delle pecore” si chiamano così per un motivo abbastanza evidente e Daddy comincia a mettere in chiaro le cose con il bestiame locale che sarà molestato dall’inizio alla fine della permanenza qui.

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Visto che per il momento non piove, contrariamente alle previsioni, se ne approfitta per dare un occhio a qualche attrazione naturale dell’isola di Vagar.

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Tanta bellezza paesaggistica fa venire un po’ di appetito e così il wusterone è servito.

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L’arrivo alla casa di Torshavn regala un’altra conferma che in questo posto la criminalità e lo stile di vita sono leggermente diversi dall’Italia: anche la porta dell’appartamento è aperta pronta per accogliere Daddy, Gaia, Yobby e Tomma.

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Scaricati tutti i bagagli, il despota Tomma non permette neppure un minimo riposino e si riparte per andare a visitare Kirkjubøur, piccolo ed impronunciabile paesino vicino alla capitale.

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Anche qui alle Far Oer gli architetti lasciano un po’ a desiderare con soluzioni di coperture vagamente fantasiose.

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Non vedendo pecore da un periodo veramente infinito (5 minuti), le vedette si innalzano per avvistare un po’ di bestiame…

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… che prontamente viene individuato ed attaccato senza pietà.

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Tale madre, tale figlio.

Sulla strada per ritornare a Torshavn, prima di visitarla ci si preoccupa giustamente di non morire di fame alla sera e cercando di mantenere le solite 40000 calorie giornaliere.

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Un po’ in ritardo purtroppo fa davvero capolino una pioggia piuttosto forte che costringe il gruppo a ritornare mestamente a casa.

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Quindi non resta altro che consolarsi per l’enorme tristezza di non aver sfruttato il resto del pomeriggio con la cena…

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… distruggendo il proprio organismo con alimenti al limite del disumano: dal formaggio marrone norvegese, vera passione di Tomma…

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… ad interi panetti di marzapane, capaci di fermare la circolazione del sangue.

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Mentre fuori continua a piovere, la giornata termina con la tipica attività di un 13 agosto: bere the bollente avvolti da una pesante coperta di pile.

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Da: Jelling (DK)
A: Torshavn (FO)
Km parziali: 23
Km totali: 1004 (DK) + 115 (FO)
Posti: Gasadalur
Kirkjubøur
Torshavn
Notte: Appartamento 12 Turiðargøta, Tórshavn
Temperatura: min 11 max 13
Meteo: Nuvoloso, Pioggia
Note:

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