Ore 5:20, parte l’avventura in una via Merano totalmente deserta. Quando Tomma si presenta fieramente all’appuntamento, Panaz è già sul posto: per essere puntuale per una volta nella sua vita ha deciso di passare la notte in macchina sotto casa di Tomma.
Tutto stranamente fila liscio con le varie soste per raccattare tutti i protagonisti di questo viaggio distruzione: alle 6 il gruppo si completa e si è pronti per partire.
Tutto il viaggio fino ad Ortisei scorre veloce e tranquillo nonostante i continui battibecchi alla Sandra e Raimondo di Panaz il pilota e Fabrero il navigatore e nonostante un tentativo di abbondono di Panaz ad un autogrill.
Ad Ortisei, in attesa che il tempo migliori, si può fare un giro in centro: c’è il tempo di farsi derubare per un ottimo caffè crucco e cominciare la nuova compagna di tesseramento per il 36 Fotogramma.
In paese si presenta una nuova occasione per abbandonare Panaz nel momento in cui il goloso si attarda per acquistare 1 kg e mezzo di strudel ma anche questo tentativo va a vuoto. Ricompattato il gruppo, ci si può finalmente avviare verso la funivia che da Ortisei porta fino al Seceda, una delle più costose dell’universo. Scambiato un rene (sempre presente della dotazione lavorativa di Doc) si può salire sull’impianto, naturalmente con la solita lucidità.
Arrivati in cima, le aspettative fotografiche vengono inizialmente un tantino disilluse…
… tanto che Tomma si vede costretto a diradare nebbia e nuvole con una marcata sessione di blasfemia avanzata.
Sbarcati ai 2500 metri del Seceda, risulta davvero una bazzecola affrontare la rampetta del 80% di pendenza per arrivare in cima: mentre Panaz, Doc e Tomma affrontano la fatica con la mestizia di un cavallo zoppo e con problemi polmonari, Fabrero palesa blocchi ad articolazioni e collassi a plurimi organi interni e se ne perdono momentaneamente le tracce.
Dopo tanta fatica spunta addirittura il sole e il gruppo si ricompone…
… pronto ad immortalare il paesaggio circostante.
Essendo ora di pranzo, Tomma sembra vagamente poco interessato alle bellezze naturali del luogo.
Terminate le fatiche fotografiche, prima di ridiscendere ad Ortisei non manca il tempo per una pausa caffè, impreziosita da scene degne dei peggiori film di Alvaro Vitali.
Perso ogni barlume di civiltà, si può ripartire in macchina verso la val di Funes, ultima destinazione di giornata.
Dopo un iniziale prima parte di pomeriggio trionfante all’insegna del sole, basta distrarsi un attimo che il tempo muta in un battibaleno in piovoso-merdoso.
L’insano ottimismo del quartetto cetra della fottografia porta comunque i nostri eroi a tentare ugualmente un panorama al tramonto, trascinandosi per altro dietro 3 tedeschi, 2 americani e pure qualche nippo-coreano.
L’ottimismo sarà anche il profumo della vita, ma in questo caso il risultato è stato davvero pessimo.
Visto lo scarso risultato, si torna temporaneamente nella pensione dove almeno si può cenare come bestie affamate ed annegare i dispiaceri del tramonto con fiumi di birra.
Ma la nottata non finisce qui… con perseveranza che ormai tende più alla demenza senile precoce, i quattro si dirigono nuovamente verso il punto panoramico, apparentemente per affrontare una missione di speleologia.
Le ore scorrono e si tentano foto stellari di ogni tipo…
… finchè verso le 2 non si decide che magari è ora di basta e di portare i pochissimi neuroni a dormire.
Panaz non è ancora stato abbandonato…
Da: | Genova |
A: | Santa Maddalena di Funes |
Posti: | Seceda Val di Funes |
Notte: | Pension Sass Rigais |
Temperatura: | min 5 max 21 |
Meteo: | Variabile |
Note: |