Brexit

Purtroppo oggi è il giorno del rientro in Italia e, oltre alla tragedia della fine della vacanza, tocca pure un risveglio all’alba, tanto per peggiorare ulteriormente l’umore della truppa. Yobby d’altra parte palesa comunque un sorriso smagliante… ed un’espressione inebetita dalla stanchezza.

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Le valigie sono pronte ed una anche piena zeppa di carta igienica avanzata che assolutamente Yobby non vuole abbandonare in Inghilterra. Al momento di partire dall’appartamento, Daddy dimostra tutto il proprio dissenso e di non voler assolutamente andare via.

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Come per l’arrivo, anche per la partenza non si vede anima viva per la riconsegna delle chiavi e ci si deve arrangiare ancora una volta.

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Con una mezz’oretta di anticipo sulla tabella di marcia, il gruppo si appresta a partire con una discreta tristezza nel cuore.

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Si raggiunge a piedi la stazione di Ilford per prendere il primo treno della giornata: purtroppo però il primo che arriva è stipato di gente compressa persino nell’alloggiamento delle valigie, quindi bisogna desistere.

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Il treno successivo presenta qualche spazio vitale in più, quindi i nostri eroi decidono di tentare la sortita all’interno. Utilizzando i passeggini (ovviamente con Daddy e Simone sopra) come arieti e ruotando le valigie sui denti degli altri passeggeri, si riesce nell’intento. La seconda tratta ferroviaria è più lunga ma molto più tranquilla, infatti si può tranquillamente giocare…

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… ed addirittura leggere giornali anglosassoni…

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… sembrando perfetti inglesi interessati al più classico problema di attualità: i funghi delle unghie dei piedi.

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Dopo quasi 2 ore di viaggio si arriva all’aeroporto di Stansted dove per prima cosa si devono sbrigare le pendenze burocratiche. Al controllo di polizia Tomma e Alessandra vengono additati come nemici del popolo e controllati in ogni pertugio (calze bucate comprese) con il body scan. Anche una sola valigia del gruppo desta particolare sospetto durante i controlli ed è, come sempre, compito di Tomma andare a presentarsi per giustificarne il contenuto.

Ovviamente, trattasi della valigia piena di carta igienica, per la quale Tomma è costretto a simulare plurimi attacchi di colite incontrollata per motivarne in qualche modo la presenza e non suscitare ulteriori sospetti.

Prima di salire sull’aereo ci si procura preziosissmo cibo, possibilmente il meno salutare possibile. Tanto ben di dio va coccolato come di deve da smaccogaia.

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Prendere da bere invece risulta difficoltoso quanto trovare un ago in un pagliaio: il distributore automatico infatti permette di scegliere bevande si qualunque tipo conosciuto nello scibile umano: cocacola, fanta e sprite in tutte le loro varianti (normale, vaniglia, ciliegia, lime, formaggio, arancia, mela, pera, bacon, banana, frutti di bosco, cipolle e panna acida, senza caffeina, diet, zero, life).

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Nonostante tutto l’anticipo con cui si è arrivati in aeroporto, in un attimo arriva il momento di imbarcarsi sull’aereo e partire.

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Finita la fase del decollo si può finalmente addentare i panini e mangiare.

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I panini mettono una certa sete e Tomma approfitta dell’assopimento di Daddy…

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… per rubargli un po’ di acqua e bere come solo un malato di mente senza speranza alcuna potrebbe fare.

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Il viaggio scorre sereno fino ad arrivare sui cieli di Genova: qualche sballottamento di troppo dell’aereo non fa presagire nulla di buono, ma è durante l’avvicinamento all’aeroporto che si può avere il piacere di vivere una manovra stile frecce tricolori. Con una stabilità ed una confortevolezza paragonabile a quella di un tagadà senza controllo del luna park, all’ultimo secondo il pilota decide di riprendere quota evidentemente prima di schiantarsi conto una struttura dell’Ilva.

Sull’aereo c’è gente che sbianca, qualcuno che svomitazza, almeno 2 svenuti e molti che pregano, il tutto ringraziando la giornata ventosa di Genova… e probabilmente un pilota al comando con qualche ettolitro di birra di troppo.

Dopo un giretto in Corsica, il secondo tentativo, anche se a bordo si ha l’impressione di schiantarsi inevitabilmente sulla pista di atterraggio, è quello buono, così finalmente le persone presenti sul volo possono finalmente togliere le mani da amuleti, ferri e testicoli vari e scendere dall’aereo.

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E qualcuno apprezza particolarmente!

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La vacanza londinese termina così con Pino che torna a casa in scooter dimenticandosi il resto della famiglia in aeroporto e Tomma, Yobby, Gaia e Daddy che si avviano verso casa scarpinando come disperati…

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Da: Londra
A: Genova
Itinerario
Posti:
Notte: Casa
Temperatura: min 5 max 12
Meteo:

Sereno ma freddo

Note: Un atterraggio peggio dell’Apollo 13

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