Da: | Phuket |
A: | Genova |
Km parziali: | 49 + 200 |
Km totali: | 1871 (Thailandia) + 430 (Italia) |
Posti: | |
Notte: | Casa |
Temperatura: | min -1 max 26 |
Meteo: | Sereno, pioggia gelata |
Note: |
Ore 3.30. Questa è stata l’ora per la terribile sveglia del giorno di ritorno… svegli e allegri più che mai ci si prepara per la lunghissima, anzi infinita giornata di viaggio.
Il trasferimento in auto durante l notte fonda va liscia come l’olio, infatti si incontrano solo pochi cadaveri al volante. Il primo problema di giornata si presenta una volta arrivati agli uffici della Thai rent a car al terminal dell’aeroporto che sarebbe dovuto essere aperto 24 ore su 24 ed invece è desolatamente chiuso. La disperazione comincia a salire nel gruppo.
Tomma a questo punto compie l’impresa più coraggiosa (e soprattutto costosa) di tutto il viaggio: fa una telefonata con il cellulare ad un numero thailandese. Sfoggiando un inglese da Oxford rispetto al suo interlocutore Thai, si risolve la situazione al costo di un solo rene per la telefonata.
Finito il check in e la burocrazia di uscita dalla Thailandia, si può finalmente raggiungere un bar e cercare qualcosa che assomigli ad una colazione… ovviamente con le solite facce cartonate che mai abbandoneranno i quattro protagonisti.
Un po’ di attività fisica al mattino non si disdegna mai, soprattutto se a farlo sono altri! Così Yobbyimpone una sessione mattutina di giochi forzati a Daddy per stancarlo ulteriormente e ridurlo al sonno durante il volo.
Si prende il primo volo Phuket – Doha di 7 ore, tanto per gradire. Mentre Daddy si addormenta presto come previsto, la demenza totale si impossessa di Tomma e Gaia nei sedili davanti.
Senza problemi di giunge quindi a Doha, dove Daddy è pronto con la sua 24 ore a recarsi in ufficio.
L’aeroporto della capitale del Qatar è l’ennesima dimostrazione di cotanta semplicità e modestia degli emirati di questa zona del mondo.
Siccome lo schema per il volo precedente è stato a dir poco vincente, si ripete tale e quale anche per il secondo, cercando di sfinire senza pietà il piccolo Daddy che comunque sembra apprezzare un sacco.
In attesa che il fratello si sfianchi, Gaia decide di darsi una bella colorata di nero alla lingua, possibilmente palesando uno sguardo di estremo acume.
Prima di salire sul volo c’è ancora tempo di una merenda mentre per tutti gli altri in aeroporto è ora di pranzo… il fuso orario comincia a dare i suoi nefasti frutti!
Mentre il resto del gruppo decide di ingozzarsi di patatine pagate al prezzo di 100 barili di greggio locale, Tomma opta per polverizzarsi i denti con dei dolcetti arabi capaci di polverizzare la dentatura al solo contatto e provocare immediato diabete.
Con un desiderio immane di dentista, si arriva così a salire sul secondo e ultimo volo, altre 7 ore di viaggio dedicate inizialmente ad un po’ di gioco…
… ed al successivo e sperato collasso totale del proprio organismo.
Gaia e Tomma invece non riescono a non mostrare la loro solita particolare attitudine alla demenza incontrollata.
Alle 21 (ora italiana) si arriva a Malpensa ed in attesa dei bagagli, che per l’occasione vengono consegnati alla velocità di una valigia all’ora, ci si prepara per la leggerissima differenza di temperatura… dai più di 30 di Phuket al sotto zero della pianura padana.
Ritirati i bagagli la navetta conduce Yobby e compagnia ormai ridotti a inespressivi zombie alla propria auto, gradevolmente ricoperta di un piacevole strato di ghiaccio, primo segnale di quello che sarà un ultimo tratto di viaggio davvero orribile.
Non solo l’auto infatti è totalmente ghiacciata, ma anche tutta l’autostrada è una gradevole lastra di ghiaccio, tanto da causare la chiusura della A26, proprio quella su cui si sta viaggiando. Tomma, mortalmente stanco è invece deciso ad infrangere ogni proibizione pur di raggiungere nel tempo minore la tanto agognata meta finale. Sprezzante del pericolo e del divieto, percorre senza ritegno i 30 km in teoria vietati e raggiunge incolume Alessandria dove finisce ghiaccio e divieto. Anche gli ultimi km sono però un calvario: tutti in macchina si abbandonano svenuti al sonno profondo, mentre Tomma lotta solitario contro fuso orario ed una sveglia che dura da ben più di 24 ore consecutive. Urgono quindi più soste, ogni autogrill è una fondamentale occasione per fermarsi e prendere un po’ di aria gelata per svegliarsi ed aumentare la broncopolmonite.
Alle 2 di notte si arriva finalmente al proprio ovile sani e salvi… ma con un sonno tale da abbandonarsi al coma sulle scale, sommersi dalle proprie valigie.