Infin si giunse a destinazione.

Da: Bodø
A: Hamnøy
Km parziali: 17
Km totali: 21
Posti: Bodø
Notte: Hamnøy
Temperatura: 5 – 8
Meteo: Variabile
Note:

Dopo il pavimento dell’aeroporto, dormire su dei letti ha quantomeno salvato le poche vertebre intere rimaste e soprattutto ha permesso di fare una cosa che ormai sembrava un vero e proprio sogno: dormire decentemente! La sveglia di conseguenza è fatta con uno spirito diverso.

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Assolutamente pimpanti e motivati si corre a fare colazione, imperversando come delle locuste morte di fame.

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In men che non si dica si spazzola senza pietà tutto il cibo a disposizione e, come nella migliore delle tradizioni sud europee in viaggio in ostelli del nord, ci si imbosca sapientemente i panini per mezzogiorno.

Dopo la prima spesa norvegese, si va in centro e ci si divide: Tomma e Franz vanno al ristorante Smak per una sessione fotografica, mentre tutti gli altri decidono di andarsi a fare un giro per Bodo ed essere così colti da tedio e mestizia profonda.

Al ristorante Tomma e Franz vengono tempestati da ogni tipo di piatto norvegese a base di merluzzo, dal fegato alla lingua, fino ad arrivare alla sacca piena di uova.

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Al primo cortese invito ad assaggiare con parsimonia il preparato, i due fotografi mentecatti ingollano tutti i piatti preparati ancor prima di immortalarli.

Tra un merluzzo e l’altro, il gruppo si riunisce per andare a mettersi in attesa del traghetto per Moskenes.

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E’ proprio in coda al porto che Tomma compie un errore da vero lattante, lasciando sguarnito per un attimo il posto di comando e prontamente viene punito dalla seconda guida.

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Senza troppa attesa si sale sul traghetto, dove Gaia e Stefy decidono di effettuare il proprio rito propiziatorio anti svomitazzo furente a dosi potenti di pasticche anti mal di mare a base di potenti droghe allucinogene.

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Nel mentre capitan Davide Findus, ormai inebriato dalla guida dell’auto, scappa in solitaria per trovare la cabina di comando.

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Il traghetto parte e si saluta Bodo.

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Ai primi rollii e beccheggi un po’ più seri c’è chi combatte la possibile nausea con una massiccia somministrazione di panini aventi un peso specifico molto maggiore del piombo.

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Anche Franz non si turba della situazione e sfrutta il momento per migliorare le sue innate posture da lord inglese.

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Finalmente, dopo soli 3 giorni di viaggio, si raggiungono le Lofoten, bagnate da una gradevole pioggerellina perfetta per sciogliere la neve dal paesaggio circostante ed alimentare copiosamente i vituperi di Tomma che non se ne fa una ragione.

Si conquista anche la rorbu (casa dei pescatori norvegesi) ad Hamnoy. Per poter entrare, essendo chiusa la reception, bisogna aprire la porta con una combinazione numerica e Tomma, unico teorico depositario di tale conoscenza, dimenticandolo schifosamente inizia a tentare qualunque combinazione alfanumerica, riuscendo anche a mettersi in contatto con un sottomarino russo al largo del pacifico.

Dopo ore di tentativi, si entra in quella che sarà il quartiere generale alle Lofoten. Tutti si danno da fare per disfare le valigie.

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Davidino, provato dall’epopea del viaggio di andata, si conquista un bagnetto orgogliosamente preparato da genitori inappuntabili nel lavandino in cucina, utilizzando tra l’altro il detersivo per i piatti. Domani, per velocizzare l’operazione e minimizzare le spese, Davide sarà passato nella lavastoviglie.

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La prima organizzazione nella casetta di legno è funestata dalla totale assenza di armadi e spazi per parcheggiare la roba. C’è chi ricava spazi insperati spostando mobili e riorganizzando tutte le stanze, chi invece utilizza il forno e i due frigoriferi presenti. Tomma, dal canto suo, risolve genialmente il problema decidendo di indossare tutti gli indumenti presenti nelle valigie.

Nel mentre la cena è servita e si tenta qualunque sotterfugio per far mangiare a Davide gli indescrivibili intrugli che da queste parti spacciano come alimenti per bambini.

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Anche questa terza giornata volge al termine e piano piano tutti i protagonisti di questo viaggio si rintanano nelle stanze per andare a dormire.

Solo il solito povero infermo di mente Tomma resta sveglio fino ad ore piccole per poter finire di scrivere le mie prigioni odierne.

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Alla scrittura delle memorie di giornata Tomma decide di placare la propria sete con un latte al mirtillo, che senza dubbio alcuno lo costringerà ad una notte di dolore e sofferenze estreme seduto sulla tazza del cesso…

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