Così è di nuovo estate.
Un altro anno è trascorso dall’ultimo viaggio nel nuovo mondo e molte sono le cose successe dopo di esso. Al di la di ogni accadimento che ha scandito il passare del tempo, resta un innegabile ed indiscutibile punto fermo, che ad ogni bella stagione si ripropone con integro e fermo bisogno per i protagonisti di questo blog Tomma, Yobby e Gaia: infettare nuovi paesi con la propria inarrestabile demenza.
Questa volta sul mappamondo di possibili prede di viaggio il dito di Tomma ha puntato inesorabilmente e senza dubbio alcuno su un’isola del Nord dell’Atlantico, che forse dal suo isolamento credeva di trarre un continuo beneficio per la propria salvezza dai 3 possibili invasori.
Dopo i 52°C piacevolmente goduti negli Stati Uniti, la voglia di Nord nel 2013 si è quindi palesata nell’Islanda.
Terra di miti e leggende di lignaggio vichingo, l’Islanda ha saputo comunque creare una bella serie di difese naturali e non per proteggersi dall’imminente invasione barbarica di Gaia e compagnia, che dovrà quindi cimentarsi con numerose difficoltà.
La prima, già chiara anche dopo un sommario sguardo ad una cartina dell’isola, è quella della lingua. Le doti poliglotte di Yobby sono universalmente riconosciute ed il solo varcare i confini dello stato italiano le provoca un mutismo irreversibile già a Mentone o anche nel Canton Ticino. Ci sono dunque lievissimi dubbi che si possa trovare a suo agio in una nazione dove non c’è una sola lettera simile all’alfabeto italiano. D’altro canto non che Tomma e Gaia dispongano di strumenti linguistici molto più avanzati per comunicare frasi a senso compiuto.
La seconda difficoltà è rappresentata dal fattore meteorologico, noto per essere fortemente instabile in ogni regione islandese. Per un povero individuo come Tomma, capace di trovare la pioggia nell’aridissimo deserto australiano, sfidare il baratro per contemplare solo bianco tremendamente umido nelle scogliere di Moher ed il nulla cosmico di Cabo da Roca e macinare un infinito numero di chilometri per raggiungere la fine del continente a Capo Nord senza nemmeno riuscire a scorgere il famoso mappamondo da un metro di distanza per l’odiosa ed immancabile nebbia, la consapevolezza di trovare tempo di merda non può che essere però un ottimistico punto di forza. Il tempo in viaggio non potrà essere peggio di quello che sono le previsioni!
Tralasciando cose di poco conto come eruzioni vulcaniche, geyser infuriati, fango bollente, inondazioni da ghiacciai in discioglimento, una grande problematicità che l’Islanda pone di fronte al viaggiatore è quella del cibo. Noti per il coraggio di ingurgitare e digerire qualunque tipo di schifezza alimentare, Yobby, Tomma e Gaia questa volta si troveranno di fronte a sfide culinarie particolarmente ostiche, tra cui si vale la pena menzionare:
- Súrsaðir hrútspungar: Polpette di testicoli di montone conservati nel siero di latte
- Slatur: Acqua, sale, avena, farina di segale, pezzi di grasso fresco… e litri di gustoso e freschissimo sangue ovino
- Svið: Testa di pecora completa di tutto, spaccata in due e abbrustolita sul fuoco
- Hákarl: Carne di squalo putrefatto
Se le polpette sembrano non troppo orrende nonostante gli ingredienti, lo svið vomitevole solo per l’aspetto e lo slatur addirittura buono anche per palati stranieri, la vera sfida è rappresentata dall’Hákarl che, al di la di ogni possibile fervida immaginazione, riesce a far rigurgitare anche lo stomaco più forte grazie al suo meraviglioso aroma di ammonica marcia.
A fronte di tante insidie, Gaia, Yobby e Tomma non arriveranno all’appuntamento impreparati, ma completamente e, per qualcuno, assolutamente impreparati.
Yobby è un po’ provata dalle traversie fisiche primaverili, ma si sta impegnando per recuperare al meglio.
Gaia, superate brillantemente le fatiche della scuola elementare, pare essere la più in forma, anche in virtù di una preparazione che per lei prevede numerose settimane di vacanze in giro per l’Italia.
Tomma invece arriva all’appuntamento estivo totalmente devastato ed inadeguato. Appesantito dalle tonnellate di carne bovina e di dulce de leche ingurgitati in Argentina, lamenta inoltre dolori articolari di vario genere e natura, tanto da instillare il dubbio nella mente di Yobby e Gaia che non sia meglio abbatterlo per farlo smettere di soffrire. La sola utilità di unico possibile interlocutore in lingua straniera e, soprattutto, la titolarità delle prenotazioni effettuate per il viaggio sembrano averlo però salvato da un intervento di un veterinario per una iniezione letale. Almeno per ora.